Ancona, il capoluogo delle Marche
Se si viene nelle Marche, è quasi doveroso un giro nel capoluogo di regione: Ancona.
Affacciata sul mare Adriatico, Ancona sorge su un promontorio a forma di gomito piegato (il nome deriva dal greco Ankón, “gomito”) che dà origine a un golfo e protegge l’ampio porto naturale, tra i maggiori d’Italia per traffico internazionale di passeggeri. Le banchine portuali sono circondate dalle colline su cui sorgono i rioni storici.
La vita della città è da sempre legata alle attività portuali e di navigazione, sin dal 387 a.C. quando divenne una colonia greca di Siracusa.
Durante il periodo di dominazione romana, sotto l’imperatore Traiano, svolse il ruolo di ingresso d’Italia dai porti d’Oriente, come si legge nell’iscrizione dell’Arco di Traiano.
Nel Medioevo visse il suo periodo aureo, sia artisticamente sia economicamente, quando fu florida repubblica marinara e guadagnò l’appellativo di “porta d’oriente”.
Dal 1532 e fino all’Unità d’Italia Ancona fa parte dello Stato della Chiesa.
Nel Risorgimento la popolazione di Ancona ha partecipato attivamente alle lotte per l’Unità d’Italia, in particolare durante la Prima guerra d’Indipendenza. Durante la Seconda guerra mondiale la città fu liberata dall’occupazione nazista dalle truppe polacche.
Le cose assolutamente da non perdere in Ancona sono la Cattedrale di San Ciriaco; il monumento ai caduti del Passetto e le grotte sottostanti, che si trovano alla fine del lungo, alberato e bellissimo Viale della Vittoria; la Mole Vanvitelliana e il museo che si trova al suo interno; l’Arco di Traiano; Piazza del Plebiscito; la fontana del Calamo.
La costa alta della città fa parte della Riviera del Conero e ricade nel Parco del Conero. Imperdibile è anche la Baia di Portonovo.
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